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Trieste – Mongolia

09 agosto 2009

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Come consuetudine ci mettiamo in marcia di buon mattino, trovato un lago però non resistiamo, tutti a fare il bagno. Per noi non è svago o ricerca di frescura, è proprio necessità igienica. L’acqua di montagna a quota 2.000, non è propriamente accogliente con i suoi 13 gradi, ma a noi va bene lo stesso, ci laviamo e facciamo pure il bagno. Poco dopo incontriamo degli inglesi con una Skoda 1.300, hanno preso un colpo sotto il motore e hanno danneggiato seriamente il cambio. Ci rimettiamo in marcia ma, la totale mancanza di cartelli di direzione, l’assenza di mappe precise e la nostra inesperienza a riconoscere la pista giusta, farà si che sbaglieremo strada e perderemo parecchio tempo. Le piste sono disastrose e faremo solo pochissimi chilometri. Vorremmo fermarci a fare il campo vicino ad un fiume. Impossibile, veniamo aggrediti da innumerevoli zanzare. Decidiamo di spostarci. Facciamo il campo a 1.650 metri, le zanzare sono centinaia. Ci spruzziamo il repellente e ci fermiamo lo stesso. A fine cena, dopo un paio d’ore e dopo aver combattuto a lungo con le zanzare, queste, miracolosamente svaniscono. Sono zanzare diurne, come la nostra zanzara “tigre”, importata ormai da qualche anno. Queste però sono molto più grosse ed aggressive delle nostre. Al mattino, David, appena sveglio, munito di mutanda e Camping Gaz, lo userà come lanciafiamme per inseguire le zanzare per incenerirle.

La zona dei monti Altai, questa a Nord Est che stiamo attraversando, è bellissima, montagne dalle cime innevate che si stagliano su un orizzonte che sembra non avere fine. Ricca di fiumi e laghi. Marmotte che si lasciano avvicinare fino a pochi metri, per poi scappare con il loro buffo incedere. Totalmente priva di qualsiasi tipo di albero, solo punteggiata da qualche cespuglio e da rada erba, eppure con molti scoiattoli, perlomeno a noi sono sembrati tali, che corrono veloci nelle loro tane nel terreno. Ovunque, ci accompagnano nel viaggio, maestose aquile, a volte appollaiate sul ciglio della strada, a volte ai lati della pista o su qualche pietra, spesso in volo. Passiamo loro vicino e non sembrano impaurite, però appena ci avviciniamo, si librano pigramente in volo. Le ampie vallate sono punteggiate di gher, le tipiche tende circolari delle abitazioni dei nomadi mongoli. Spessissimo si incontrano mandrie e greggi di capre, montoni, mucche, yak, cammelli e cavalli, raramente sono controllate da qualcuno. Tutti gli animali girano liberi in questo vasto territorio che sembra non conoscere confine o recinto costruito dall’uomo.

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