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Trieste – Mongolia

02 agosto 2009

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Partiamo di buon mattino, con tutte le migliori intenzioni di recuperare il tempo perduto. Purtroppo, un paio di chilometri prima di Dzhambul si staccherà il supporto dell’ammortizzatore posteriore destro, lato ruota, di David e Massimiliano. Raggiungiamo una officina, saldiamo e mettiamo due fazzoletti di rinforzo. Controlliamo anche l’altra Panda. Nella medesima posizione presenta anch’essa delle crepe. Saldiamo anche questa. Tempo necessario all’operazione: un’ora e mezza circa.

Quasi ottanta chilometri dopo anche gli ammortizzatori anteriori di David e Massimiliano non lavorano più. Ci fermiamo a controllare la pressione delle bombolette d’aria e scopriamo che si sono scaricate. Le portiamo a 8 bar. Cambiamo anche l’olio motore e ripartiamo.

Ad un posto di controllo della polizia incontriamo tre ragazzi inglesi con una Skoda. Il loro motore è finito, fasce elastiche o pistoni, credo. La loro avventura si ferma nel Sud del Kazakistan.

Proseguiamo. Circa 100 Km dopo David e Massimiliano dechapperanno l’anteriore destra. Causa il pessimo asfalto e l’alta temperatura, quasi metà copertura si staccherà senza però che la gomma si afflosci. Gli ultimi 200 km li facciamo a una velocità più sostenuta, intorno ai 100/110, schivando buche e i profondi binari che i camion hanno impresso sulla strada, profondi anche 30 centimetri.

Prima di arrivare in prossimità del lago Balkhash attraversiamo un enorme altopiano, da quel punto per 360 gradi tutt’attorno si ha la sensazione che l’orizzonte non finisca mai. Nessuna casa o altra costruzione umana visibile a rompere l’immensità di questa desertica steppa, solo alcuni cavalli che pascolano in libertà e un maestoso temporale lontano, a Nord Est, che mette in scena il suo spettacolo di fulmini nel crepuscolo. I suoni dei tuoni non riusciranno a raggiungerci.

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